Affetto da una rarissima patologia (la sindrome da deperimento mitocondriale), il piccolo Charlie Gard è ricoverato al Great Ormond Street Hospital di Londra. Sono i macchinari a tenerlo in vita, senza non potrebbe farcela. I medici insistono a dire che non ci sono speranze: Charlie non può guarire, è tutto inutile.
I giudici inglesi e perfino la Corte Europea dei Diritti Umani hanno deciso che quei tubicini gli vengano staccati dal nasino. Medici e tribunali hanno detto no al suo trasferimento in America per una terapia sperimentale e poi al suo ricovero in un centro di assistenza per malati terminali. Infine, hanno detto no al suo ritorno a casa, come pure avevano chiesto mamma e papà.
Il caso di Charlie Gard è un caso di eutanasia di Stato: lo Stato, attraverso la magistratura, ha deciso che questo bimbo deve morire.
Noi, invece, diciamo un forte sì alla vita. E continueremo a difendere la vita di Charlie e di tutti gli altri malati, piccoli o anziani, che la cultura di morte vuole sopprimere attraverso l’eutanasia.
È Dio che dà la vita all’uomo. Solo Lui, e nessun altro, ha il potere di dire quando e come la nostra vita debba finire.