C’è ancora chi nell’oratorio ci crede - - -
Vale la pena impegnarsi un mese, appena terminata la scuola, per mettersi al servizio dei bambini, permettendo loro di vivere con gioia un’esperienza unica? Sì, vale la pena. Nella nostra parrocchia avviene da anni e siamo arrivati all’ottava edizione dell’Oratorio estivo. Iniziato quasi per scommessa nel 2016, è giunto all’ottava edizione, compresi i difficili anni 2020 – 2021 e 2022. Sì, proprio allora abbiamo capito che bisognava più che mai ridare speranza ai bambini, così provati dal periodo della pandemia, con tutte le paure e le limitazioni che li hanno costretti a comportamenti perfino al limite del sopportabile.
Ma a parte quel periodo, che ci lasciamo volentieri alle spalle, possiamo essere contenti sia della riuscita dell’Oratorio estivo, sia della risposta e dell’apprezzamento che le famiglie, puntualmente, hanno manifestato senza risparmiare in complimenti. C’è bisogno, alla fine della scuola, di chi si prenda cura dei più piccoli, nel periodo in cui le vacanze ancora non si possono fare. Ma c’è soprattutto da proporre un momento di divertimento e di gioco insieme, per imparare a stare insieme nel rispetto e nell’amicizia.
“Il villaggio del sorriso” – così era titolato l’Oratorio estivo di quest’anno, che ha visto circa quindici assistenti e altrettanti volontari garantire a 110 bambini una giornata serena insieme, tra gioco, divertimento e anche impegno per imparare cose nuove, il tutto premiato dai punti, cioè da una sana competizione, che è la molla per suscitare l’interesse e la partecipazione e per tenere in piedi il tutto.
Non è mancata anche quest’anno la giornata insieme agli altri Oratori, presso la bellissima parrocchia dell’Olgiata, il 29 giugno: questa volta i giochi li abbiamo vinti noi, non come lo scorso anno arrivati secondo per un soffio. Continuiamo perciò a crederci nel progetto oratorio, nonostante sia faticoso per tutti, ma la soddisfazione più grande è quella delle parole del Signore: chi accoglie uno di questi piccoli nel mio nome, accoglie me.
Monica Serenelli
foto: Francesco Secci