Se Galeria riprende vita

In gita alle rovine della città morta, lì dove tutto è cominciato - - -

di Andrea Santi

Nell'ambito delle iniziative per la festa dell'Ottavario, non poteva mancare la visita alla città morta di Galeria, un luogo magico che pochi hanno visto e conoscono, nonostante custodisca le nostre radici. Infatti, la Chiesa di Osteria Nuova porta lo stesso nome dell'antica Chiesa di Galeria: Sant'Andrea. Ed è questo il motivo per cui esiste la festa dell'Ottavario: quando nel 1204, la domenica seguente alla Pasqua, il Vescovo Pietro dedicò solennemente la Chiesa di Sant'Andrea a Galeria, stabilì che la festa della dedicazione venisse celebrata ogni anno la domenica dopo Pasqua. Una festa che ha seguito gli spostamenti della gente: da Galeria, a Santa Maria di Galeria, ed ora ad Osteria Nuova.

Così, un bel gruppo di quasi cinquanta persone di ogni età - dal più grande, Terenzio, al più piccolo,  Leonardo - capitanate da Flavio Borfecchia e Giorgio Pascucci, zaino in spalla, si è mosso alla volta di Galeria, non senza prima aver assistito ad un'interessante spiegazione che in poche battute ha riassunto centinaia di anni di storia - quella storia che abbiamo sotto i piedi, e che non conosceremo mai abbastanza. Ad esempio: chi non si è chiesto cosa sono quei "comignoli" lungo la strada che va a Santa Maria? .. ebbene, sono gli sfiatatoi di un acquedotto romano!

Dopo aver traversato gli splendidi colori dei prati in fiore, arriviamo a Galeria dove ci accoglie un imponente muro, quello sul quale sorgeva la città. Pochi passi in salita, due archi sotto i quali è meglio non fermarsi e siamo tra le case; le nostre bravissime guide fanno a gara per spiegare come si svolgeva la vita delle persone, cosa facevano, come si difendevano dai nemici. Ben poco rimane dell'antico splendore del palazzo padronale, dove hanno sostato Papi e Imperatori: quello che non è stato distrutto dal tempo, è finito nelle mani dei vandali,  enon quelli di cui parla la storia, ma quelli di oggi, che non si vergognano di scrivere sui muri ... Insomma bisogna lavorare parecchio di fantasia per riuscire ad immaginare, a partire dal poco che è rimasto in piedi, la vita delle persone tra case e strade oggi letteralmente invase dalla vegetazione.

Cammina cammina ed arriviamo al campanile di Sant'Andrea, unico vero monumento rimasto in piedi. E qui bisogna ricordare che gli abitanti di Cesano, dopo lo spopolamento di Galeria nel 1809, vennero a "prelevare" le campane, l'orologio e il paliotto dell'altare, che portarono nella Chiesa di San Giovanni Battista. Un gesto che fu salutato dagli abitanti di Galeria (che nel frattempo si erano trasferiti a Santa Maria di Galeria) con una certa quale "sopresa". Per cui i cesanesi pensarono che fosse giusto rimediare, e presero l'abitudine di fare visita agli abitanti di Santa Maria di Galeria in occasione della festa dell'Ottavario, portando doni votivi. Così lo sgarbo fu perdonato, e fu la pace.

Scendiamo dalla rocca dopo essere entrati in ciò che rimane della Chiesa di San Nicola (che, per un certo periodo, servì perfino da cimitero!), e arriviamo in uno dei punti più suggestivi: il mulino sull'Arrone. Anche qui c'è ben poco degli antichi marchingegni, per cui ai più ardimentosi rimane solo di scendere fino al fiume che spumeggiante scorre sotto di noi. Buche e voragini sono prontamente segnalate da Adriana, che col bastone in mano provvede anche a mettere in fuga gli eventuali serpenti. S'è fatta 'na certa, per cui, tutti contenti, riprendiamo la strada di casa. Il tempo stringe, nel pomeriggio prende il via la festa in Parrocchia. Quale festa? Ma quella dell'Ottavario! Perchè Galeria sarà pure morta, ... ma la festa dell'Ottavario si fa a Osteria Nuova, dove la vita c'è - eccome!